Comprendere e prevedere i brillamenti solari

I ricercatori del Centre de Physique Théorique (CNRS/École polytechnique) and the Laboratoire Astrophysique, Interprétation — Modélisation (CNRS/CEA/Université Paris Diderot) hanno identificato un evento chiave che scatena le eruzioni solari. Utilizzando i dati satellitari e i modelli, gli scienziati sono stati in grado di monitorare l’evoluzione del campo magnetico solare in una regione attiva dal comportamento eruttivo. I loro calcoli hanno rivelano la formazione di una corda magnetica che emerge dall’interno del Sole alla quale è associata la comparsa di una macchia solare. Essi mostrano che questa struttura svolge un ruolo chiave nelle eruzioni solari. Il loro lavoro apre la strada alla previsione delle tempeste solari che impattano sulla Terra e viene riportata nel numero di ottobre di “Nature”.

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I brillamenti solari sono eventi che avvengono nell’atmosfera del Sole. Si distinguono per l’emissione di luce e particelle e in caso di eventi maggiori, dall’espulsione di una bolla di plasma.

L’atmosfera del sole è composta da una serie di strati che includono la fotosfera, l’equivalente della superficie del sole e la corona, la regione più esterna dove si verificano le eruzioni. C’è un campo magnetico in questi strati che svolge un ruolo importante nelle eruzioni solari. Tuttavia, finora, le osservazioni non hanno fatto luce sul meccanismo delle strutture coinvolte, soprattutto perché è difficile misurare il campo magnetico in ogni punto della corona estremamente caldo e tenue.
Un flare nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 2006 ha fatto fare agli scienziati un progresso significativo. La regione del Sole dove si verificò il flare era infatti osservata dal satellite giapponese Hinode. I dati relativi al campo magnetico nella fotosfera, che è più fredda e più densa corona, vennero raccolti dal satellite e hanno permesso ai ricercatori di calcolare l’evoluzione dell’ambiente magnetico della corona nella fase precedente e successiva al flare.

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Sulla base dei calcoli di IDRIS (CNRS), gli scienziati hanno dimostrato l’apparizione di una struttura caratteristica dalla forma di una corda magnetica che gradualmente appare nei giorni precedenti l’eruzione ed è completamente formata poco prima del flare. Questo risultato è coerente con le osservazioni nella fotosfera e nella corona: la formazione della corda magnetica coincide con le variazioni delle macchie nella regione dell’eruzione e con la comparsa di altre strutture. I loro calcoli mostrano anche che l’energia della corda magnetica aumenta man mano che emerge dall’interno del Sole.

llamaradasGrazie ad una seconda serie di simulazioni numeriche, i ricercatori hanno monitorato l’andamento del campo magnetico nella corona dopo l’apparizione della corda magnetica. I loro risultati mostrano che questa struttura effettivamente provoca il flare ed è addirittura necessaria per questo evento: il passaggio ad un evento eruttivo non è possibile finchè essa non si forma. Questa transizione si caratterizza in base a diversi criteri, tra cui l’energia di soglia e una data altitudine oltre la quale gli archi magnetici della corda diventano più deboli. Se si superano questi punti critici, si verifica un brillamento solare.

publiI ricercatori propongono un metodo che potrebbe essere utile per prevedere le eruzioni. Sulla base dei dati magnetici, raccolti in tempo reale, e con una serie appropriata di modelli numerici sarà possibile con il tempo, come per la meteorologia convenzionale, pronosticare il clima spaziale e prevenire l’impatto delle tempeste solari sulla Terra.

Fonte dell’articolo originale = www.sciencedaily.com
Traduzione in italiano = Crazy Sun Blog